L’Unione Europea davanti alla crisi del #coronavirus

Il Professore Sergio Fabbrini è una persona che stimo moltissimo, uno dei più grandi europeisti e studiosi di Europa che conosca. Queste sono le righe del suo editoriale di oggi sul Sole24ore. Il suo ottimismo mi illumina sempre, anche quando, come in questo momento, il pessimismo sul futuro dell’Unione Europea tocca il suo apice.


E non per colpa delle istituzioni europee (guai a confondere le istituzioni con chi decide, cioè i capi dei Governo); non perché la dichiarazione della Presidente della Commissione Van der Layen sia stata inopportuna e inutile, priva di intelligenza politica. Quanto perché alcuni governi (attenzione, non gli abitanti di quei Paesi!) non hanno capito cosa ci aspetta, cosa le nostre economie – in Italia, in Francia, in Spagna… – dovranno affrontare quando la fase di emergenza finirà. Mario Draghi ha realisticamente parlato di conseguenze paragonabili a quelle di una guerra; l’ex Presidente Jacques Delors, a oltre 90 anni, ha parlato di assenza di solidarietà come di un “pericolo mortale per l’Europa”; parole che fanno la eco a quelle dell’ex ministro degli esteri tedesco Joshka Fischer, che già 5 anni fa, in un bellissimo libro, accusava Angela Markel di nemesi storica.

Il Professore Fabbrini conclude dicendo che “Si è inaugurata davvero la Confernza sul futuro dell’Europa”: concordo. E spero che ancora una volta prevalga la massima di Jean Monet: “l’Europa si fa con le crisi”.