L’incontro e la proposta franco-tedesca di un Recovery Fund da 500 miliardi di euro, lunedì scorso, ha rotto lo schema di contrapposizioni degli ultimi mesi: paesi del sud più Francia, Belgio e Lussemburgo da una parte e paesi del nord, guidati da Olanda e Germania, dall’altro. Con una mossa politica che ha sorpreso, il governo di Angela Merkel ha abbandonato la linea dell’intransigenza verso qualsiasi forma di investimento e di debito futuro condiviso.
Con la loro proposta, Macron e Merkel non hanno rinsaldato solo l’asse cardine dell’Ue, ma hanno lanciato un messaggio politico importante. La scelta di Berlino, che come si è più volte sottolineato, asseconda la volontà della maggioranza dei tedeschi di sostenere e aiutare i paesi che si troveranno davanti a problemi più esplosivi cambia la partita. Una partita a questo punto che guarda con molto interesse alla bozza che la Commissione, il 27 maggio, presenterà ai 27 Paesi dell’Unione. Orfani del peso politico di Berlino i quattro paesi frugali (Austria, Olanda, Danimarca e Svezia) hanno provato da subito, più o meno marcatamente, a sottolineare dissenso in merito al piano.
Sebbene regni leggero l’ottimismo, la situazione economicamente critica di molti paesi e le tante divergenze di politica economica e monetaria tra governi lasciano ancora aperti tanti punti interrogativi. Il 27 maggio vedremo che tipo di ambizioni avrà il Recovery Plan e che tipo di dissenso verrà sollevato.
I più importanti giornali europei di questa settimana non hanno mancato di lanciare apprezzamenti e analisi per l’iniziativa franco-tedesca:
Germania e Francia hanno unito le loro forze per chiedere un fondo di recupero dell’UE da 500 miliardi di euro, intensificando gli sforzi per creare una risposta fiscale europea coordinata alla pandemia di coronavirus. […] il legame franco-tedesco porta all’ottimismo, e a Bruxelles un accordo tra i 27 stati membri dell’UE sembra diventato più probabile. Tuttavia, spetterà al presidente del Consiglio europeo Charles Michel negoziare l’accordo finale tra gli Stati membri durante un vertice.
19 maggio 2020, Financial Times, Sam Fleming – Brussels, Victor Mallet – Paris, Guy Chazan – Berlin
Ieri è stata una giornata di lutto per gli antieuropei. Del resto, la Corte Costituzionale Tedesca qualche giorno fa aveva minato questo processo […] Una data storica.
20 maggio 2020, Liberation, David Carretta, Rassegna Stampa Estera, RadioRadicale
Si dice che l’Europa avanza solo grazie alle crisi. E ancora una volta il vecchio adagio potrebbe essere confermato se approvato dagli altri 25 paesi. “Dobbiamo agire da europei, affinché l’Europa esca rafforzata dalla pandemia”. Ma bisogna anche salutare il lungo lavoro di persuasione di Macron. I due leader hanno anche abbozzato un piano sanitario che permetterebbe di costruire materiale sanitario. Se l’impulso franco-tedesco riuscisse a rimettere i 27 in marcia nel momento in cui il covid-19 nutre ciascuno per sé il nazionalismo sarà un’eccellente notizia per l’Europa e oltre.
20 maggio 2020, Le Monde, David Carretta, Rassegna Stampa Estera, RadioRadicale
Intanto la crisi sta generando malesseri e malumori in ogni paese, e alcune conseguenze hanno il risvolto politico. In Francia En Marche, il partito di Macron, ha subito una scissione che ora priva il governo di una forte maggioranza in Parlamento, mentre in Germania l’AFD, il partito amico della Lega è sull’orlo di una crisi di nervi, come scrive la Deutsche Welle:
AFD sta crollando nei sondaggi, dilaniata al suo interno tra la parte più estremista del movimento e quella più moderata. Divisione che è anche una divisione geografica tra la ex DDR e la Germania occidentale. Il momento in cui è scoppiata la crisi è anche il momento in cui il Comitato Centrale dell’AFD ha deciso l’espulsione di Andreas Kalbitz, 47enne, uno dei capi dell’ala estrema, cacciato dal gruppo perché non aveva informato il partito della sua appartenenza a un gruppo neonazista. Ieri, invece, la parte orientale dell’AFD ha deciso di confermare la sua partecipazione al gruppo parlamentare del partito. Si va verso una resa dei conti, che spiega bene le difficoltà del partito, soprattutto tra parti geografiche.
19 maggio 2020, Deutsche Welle, Radio3Mondo, Luigi Spinola
Della Germania si è occupato molto anche il New York Times, descrivendola come un modello di organizzazione davanti alla crisi sanitaria:
Nella sua gestione del coronavirus, la Germania è stata una sorta di modello, alternativamente ammirato e invidiato in tutto il mondo. […] Ma man mano che si allenta gradualmente, aprendo negozi, scuole e persino musei, il paese sta imparando una dura lezione: la via d’uscita è molto più difficile della via di accesso.
19 maggio 2020, Anna Sauerbrey, New York Times
Interessante infine l’analisi di Philip Stephens, sul Financial Times, dal titolo “Il destino dell’UE si basa sulla crisi d’identità tedesca”
Philip Stephens, 22 maggio 2020, Financial Times
La nuova Repubblica di Bonn – diceva Thomas Mann – dovrebbe scartare qualsiasi ambizione nazionale per un’Europa tedesca. […] Il linguaggio della Merkel alla conferenza stampa di questa settimana con Macron è stato sorprendente nel suggerire che qualcosa potrebbe essere cambiato. Dopo tre anni di rigetto della maggior parte delle idee del presidente francese, Merkel ha dichiarato che è tempo di “combattere” contro la più grande crisi della storia dell’UE: “Germania e Francia stanno combattendo insieme per l’idea europea”.
In ogni caso, la verità inequivocabile è che l’UE può funzionare solo se la Germania vuole che funzioni. Ciò richiede che la classe politica tedesca si rifacia a una Germania europea, anche se il resto del continente si adatta a un’Europa tedesca.
Infine un bel reportage di lunedì 19 maggio di El Pais da Roma. Titola il giornale di Madrid:
“Roma solo para romanos”. L’Italia deconfina la popolazione e riapre commercio, bar e ristoranti, ma le zone più turistiche soffrono la mancanza di visite fino al 3 giugno. […] La pietà di Michelangelo più sola che mai.
Daniel Verdu, 19 maggio 2020, El Pais
NB. Una fonte di Bruxelles vicina al PD, che non possiamo rivelare per non comprometterne il lavoro, parlando dell’iniziativa franco-tedesca, oltre a ricordarne l’importanza, ha sottolineato la velocità con cui Angela Merkel ha risposto alla sentenza della Corte Costituzionale tedesca, che aveva messo in discussione l’acquisto sproporzionato da parte della BCE di debito pubblico di paesi europei.
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