Prossimo round il 6 maggio

L’Eurogruppo tenutosi il 10 aprile (l’incontro tra i 19 ministri economici della zona euro) ha delegato il Consiglio Europeo di ieri ( l’incontro tra i capi di governo dei 27) di trovare un accordo economico e politico.

A sua volta il Consiglio Europeo ha delegato la Commissione Europea di proporre un piano, il Recovery Fund, per il 6 maggio.

A sua volta il Consiglio Europeo ha delegato la Commissione Europea di proporre un piano, il Recovery Fund, per il 6 maggio.
Letta così sembrerebbe uno scarica barile dei governi. Di fatto però, oltre all’oramai famoso pacchetto da 500 miliardi di Sure+Bei+Mes (nuovo, senza condizioni per la sanità, e in negoziazione in questi giorni) il nuovo e vero oggetto della discussione è il Piano di Rinascita, il Recovery Fund, ufficialmente entrato nel dibattito.

Il 10 aprile, all’Eurogruppo, sembrava una postilla, in molti nutrivano dubbi persino sulla proposta. Il 6 maggio la Commissione Europea dovrà presentare una bozza di Recovery Fund di circa 1.000 miliardi di euro. Tutto ok? No. Ci saranno, l’ho scritto anche ieri, settimane e mesi di trattativa per costruire questo piano. Di certo non mancheranno altri scontri tra governi. Idee, limitazioni e visioni differenti abbondano, e il lavoro dei funzionari della Commissione non sarà facile.

Uno dei punti più importanti è quanti di questi miliardi saranno per prestiti pluriennali (con interessi bassissimi) e quanti miliardi saranno “a fondo perduto”. Attenzione, quest’ultima locuzione, “a fondo perduto”, è un altro piccolo passo in avanti, segnale che molti governi del nord Europa stanno più o meno velocemente capendo la straordinarietà della crisi. Ma, ripeto, nessuno può cantare vittoria e sarebbe infantile pensare che i governi frugali abbiano aperto dighe di euro verso il sud Europa. La trattativa è in corso e il pallino è stato dato alla Commissione. Sicuramente si arriverà a giugno, al nuovo vertice europeo dove le trattative saranno fatte di persone tra capi di governo.

È il momento però di iniziare, come italiani, a farsi una domanda. A lanciare la sfida tutta interna: oltre al sostegno del reddito di milioni di persone (io sono sempre più convinto che per alcuni mesi avremo bisogno di un reddito di emergenza), cosa dovremo fare con i miliardi da investire (sia che vengano dal Recovery Fund o di puro debito emesso da nuovi BTP)? Forse è ora di passare dalle bellissime idee ai progetti. Su tutti il Green New Deal.

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